L’obbligazione (in inglese “bond”) è un credito che società o enti pubblici emettono garantendo a chi lo riceve il diritto ad essere rimborsato del capitale (di solito in soluzione unica quando scade il valore nominale) e a ricevere, in più, un interesse, permettendogli quindi di disporre di liquidità (questa operazione prende il nome di emissione o prestito obbligazionaria/o). L’interesse, erogato periodicamente (ogni 3, 6 o 12 mesi), è chiamato anche cedola in quanto nel passato bisognava staccare la cedola numerata dal certificato dell’obbligazione per poterlo così riscuotere; nel caso il committente mancasse il pagamento di una cedola, l’obbligazionista può chiedere che venga dichiarato il fallimento.
Tipologie
A tasso variabile
Nate negli anni 80 e 90 per arginare l’altissima variabilità degli interessi sul mercato, al quale sono strettamente legate per la definizione dei propri interessi, che periodicamente vi si devono adattare modificandosi, possono essere garantite o meno.
Cum warrant
Sono simili per struttura contrattuale alle obbligazioni convertibili, eccetto per il fatto che chi investe nelle cum warrant, oltre alla normale obbligazione, sottoscrive anche il warrant, il quale permette al richiedente di ottenere anche titoli azionari (come investimento aggiuntivo, non intercambiabile con le normali obbligazioni) dalla stessa emittente in vari modi e secondo criteri da stabilire.
Il warrant rispetto al principale titolo ha una vita propria, non dipende in nulla da esso, è completamente indipendente; in Italia dura mediamente dai 4 ai 5 anni a rende possibile il possesso di azioni di compendio (ordinarie) da acquisire direttamente dall’emittente, specificandone il valore singolo e la quantità di azioni che è possibile acquisire.
Estere
Si tratta di obbligazioni vendute in un Paese e rivendute in un altro, denominate pero’ nella valuta del paese d’origine; nell’800 ebbero un’enorme importanza, in quanto permisero il finanziamento delle ferrovie negli Stati Uniti grazie alla vendita di obbligazioni estere oltreoceano, nel Regno Unito.
Garantite o covered bond
Questo tipo di investimento è senz’altro più sicuro rispetto ad altri simili, presenta un interesse inferiore ma ha alla sua origine una garanzia: chi emettesse covered bond con l’intenzione di finanziare progetti quali costruzioni di edifici o altro, potrebbe utilizzare i proventi di quest’ultimo (o il progetto stesso) come rimborso alternativo nel caso i possessori dei titoli non provvedessero al rimborso loro stessi.
Non garantite
Si chiamano così in quanto non offrono le garanzie che sono proprie, invece, delle obbligazioni garantite; chi possiede questi titoli è esposto al rischio di insolvenza da parte dell’emittente, di fronte al quale l’unica possibilità che avrà sarà un’azione legale.
Dal rischio più elevato deriva inevitabilmente un tasso d’interesse maggiore rispetto a quello ricavabile dalle obbligazioni garantite.
Subordinate
La priorità di rimborso che questo tipo di obbligazione garantisce è ancora minore di quella che avremmo con le obbligazioni non garantite; il rischio di perdita diventa dunque molto più reale, anche perché in caso di insolvenza da parte dell’emittente non si potrà far altro che aspettare un rimborso, il quale avverrà in un momento di molto successivo a quello previsto per gli altri tipi di obbligazione.
Solidale
L’obbligazione solidale è una tipologia di obbligazione soggettivamente complessa e si presenta plurisoggettiva rispetto ad uno solo o a entrambi i termini soggettivi dell’obbligazione. Può essere attiva o passiva.
Solidale passiva
L’obbligazione solidale passiva si ha nel caso in cui più soggetti ricoprono il termine soggettivo di debitore. La prestazione che si richiede è la medesima per tutti i soggetti e se uno di essi adempie al debito, libera le altre parti n causa da ogni vincolo. Tale solidarietà passiva è prevista dalla legge (art. 1294), a meno che non risulti diversamente dal titolo. In questa tipologia di obbligazione, si mira a rafforzare il credito, in quanto il creditore è in possesso della facoltà di chieder l’adempimento della prestazione ad uno qualunque tra i debitori.
Solidale attiva
Se in un’obbligazione il termine soggettivo di creditore è ricoperto da più soggetti, ci troviamo di fronte ad un’obbligazione solidale attiva. Tutti hanno la facoltà di richiedere la medesima prestazione,e se il debito viene saldato ad uno dei creditori, il debitore è libero rispetto agli altri creditori. Il primo principio da citare, in materia di obbligazioni solidali, è quello che non si possono comunicare i fatti e gli atti pregiudizievoli, al contrario di quelli vantaggiosi. Secondariamente è bene ricordare che i fatti inerenti alla sfera personale del singolo, non si estendono ai condebitori o concreditori. Questi principi emergono dalla complessiva disciplina, in relazione a ciò che è presente nella Relazione al Codice Civile.
Zero coupon
Si tratta di una tipologia di obbligazione nella quale il rendimento è pari alla differenza tra il totale del denaro versato dal sottoscrittore alla scadenza e il totale versato nel momento della sottoscrizione. Questa obbligazione è detta anche Zero – Coupon Bond, ovvero ZCB. Il termine deriva dal fatto che quando le obbligazioni venivano gestite con modalità cartacea, era previsto un tagliando per il pagamento degli interessi; in questa tipologia di obbligazione, tale tagliando non era contemplato e dunque essa assume il nome di zero – coupon. Il BOT (Buono Ordinario del Tesoro) è un esempio noto di questo genere di obbligazioni. Esse generalmente hanno una durata pari o inferiore ad un anno, anche se non c’è un limite prestabilito, in quanto nelle obbligazioni a durata superiore il sottoscrittore rinuncia all’incasso degli interessi del periodo precedente. Infatti egli può incassare il capitale e relativi interessi (tramite guadagno in conto capitale) solo alla scadenza dell’obbligazione. Dunque è importante precisare che gli zero – coupon di breve durata (12, 18 o 24 mesi) sono generalmente emessi da emittenti statali, mentre quelli di durata superiore (10, 30 anni etc.) sono ricollegabili ad enti sovranazionali o a banche di levatura mondiale. Come funziona infine l’emissione? Il sottoscrittore, se si trova di fronte ad un valore nominale di 100, deve versare all’emittente una somma inferiore al valore (supponiamo 97), con un incasso previsto, alla scadenza, di 100. Il rendimento sarà dunque pari a 3/97, e sarà dunque relazionato a quanto si è deciso di versare.
Convertibile
Si tratta di un’obbligazione che permette di rimborsare, a discrezione del sottoscrittore, attraverso titoli di altra specie di uguale valore. Essa può essere, ad esempio, convertibile in azioni. Ciò significa che il sottoscrittore, alla fine del prestito, può richiedere, al posto del denaro, azioni della società emittente o di un’altra società. Questa tipologia di obbligazione permette al possessore di partecipare all’incremento del prezzo dell’azione. L’azienda può utilizzare l’obbligazione convertibile per evitare di dare segnali negativi al mercato. Infatti, tramite questa operazione, lascia intendere che il management si aspetta un buon andamento dell’azienda, e un aumento del prezzo dell’azione. Al contrario un’emissione azionaria lascia presupporre che il prezzo dell’azione sia destinato a scendere nell’immediato futuro e che l’ottica manageriale sia quella della tutela degli attuali azionari. La conversione dell’obbligazione può avvenire in due modalità. La prima è quella diretta, che prevede semplicemente che l’obbligazionista converta le proprie obbligazioni in azioni della società emittente. La seconda è quella indiretta ed in questo caso le azioni sono di un’altra società, diversa da quella emittente le obbligazioni. E’ bene ricordare che in alcuni periodi dell’anno le conversioni vengono sospese, ad esempio durante la distribuzione dei dividendi o l’approvazione del bilancio. Quali vantaggi presentano le convertibili, rispetto agli altri investimenti? Innanzitutto, in caso di fallimento societario, esse possiedono una priorità di rimborso, rispetto alle azioni. Inoltre permettono di essere maggiormente tutelati rispetto al ribasso delle azioni sottostanti al titolo. Nel caso invece di un rialzo delle azioni è possibile trarre vantaggio dalla situazione, o esercitando il diritto di conversione, o vendendo direttamente l’obbligazione convertibile ad un prezzo maggiore rispetto a quello d’acquisto. Ma parliamo di svantaggi. Che rischi si possono correre? La situazione risulta svantaggiosa se sussistono alcune condizioni. Ad esempio può avvenire che ci sia un ribasso contemporaneo del mercato delle obbligazioni e delle azioni. In questo caso non sarebbe conveniente convertire in azioni. Inoltre ci sono rendimenti inferiori rispetto ad una obbligazione ordinaria.
Parametri
Quattro parametri essenziali: il rating, la maturità (scadenza) dell’obbligazione, il tasso d’interesse sul mercato e la cedola (ovvero l’interesse erogato dall’emittente).
Tasso d’interesse di mercato
Il corso di un titolo d’obbligazione dipende dai tassi d’interesse di mercato e dal loro andamento; se i tassi aumentano, automaticamente i costi dell’obbligazione calano, e viceversa se i tassi calano, sale il valore di mercato del titolo obbligazionario.
Per spiegare questo meccanismo facciamo un esempio, e cioè immaginiamo di comprare un’obbligazione oggi che ci frutterà il 2.75% annuale in interessi e abbia rating AAA; essa sarà quotata circa alla pari, 100%, e il suo tasso d’interesse per la scadenza sarà appunto il 2.75%.
Dunque l’obbligazione che abbiamo acquistato ci frutterebbe interessi pari a quelli che ci offre il mercato.
Supponiamo ora che la banca centrale decida di far salire il tasso d’interesse di mercato fino al 3% ; ci troveremmo così con un’obbligazione che ci frutta meno di quanto non potremmo ottenere effettuando un normale deposito a termine.
A questo punto il prezzo dell’obbligazione scenderebbe e l’obbligazione stessa perderebbe valore sul mercato in quanto meno remunerativa rispetto ad esso.
Il tasso d’interesse si può dividere in tasso risk-free, che di solito è proprio dei BOT, e altre parti alle quali è affidata la copertura degli eventuali rischi impliciti nell’operazione finanziaria quali un’emittente che dimostri insolvenza, una valuta differente da quella voluta dal richiedente, un rischio temporale insito nella durata dell’investimento.
Cedola
Rappresenta l’interesse prefissato reso dalle obbligazioni, le quali possono essere divise in varie tipologie proprio in base alle modalità con cui usano pagare le cedole:
Le zero-coupon come BOT o CTZ, che non hanno cedola.
Quelle a tasso fisso, per cui viene deciso l’importo dovuto prima delle scadenze, dette anche a cedola fissa.
Quelle a tasso variabile, CCT ad esempio, indicizzate in base a caratteristiche parametriche predefinite.
Quando le cedole sono prive di indicizzazione, il titolo in questione risulta più rischioso, così come man mano che il rapporto tra prezzo e cedole aumenta. Facciamo un esempio per chiarire questo meccanismo: abbiamo un titolo alla pari a 100, cioè emesso alle stesse condizioni del mercato, con una cedola di 5 annuale, dunque abbiamo un rapporto cedola-prezzo del titolo pari a 5/100. Esistendo sul mercato un solo prezzo unificato, in equilibrio, risulta che il 5% è l’interesse dei capitali sul mercato.
Se la percentuale dovesse salire, per esempio, al 6%, il nostro titolo dovrà adeguarsi al cambiamento in modo che anche da esso si possa ricavare il 6% (nuovo prezzo: 83,3).
Essendo in questo esempio il tasso unico, ricevendo un interesse superiore accadrà che sul mercato il nostro titolo d’obbligazione perderà valore.
Scadenza
Se aumentiamo la scadenza, nei fatti accadrà che non potremo fruire del nostro capitale per un tempo più lungo; il rimborso, infatti, avverrà in ritardo. Ciò può essere in parte attenuato dalle eventuali cedole che riceviamo.
Rating
Come abbiamo già spiegato inizialmente, più il rating di un’emittente è basso, maggiore è il rischio implicito nelle sue obbligazioni; per questo motivo il rischio è dedotto dal corso del titolo stesso, concretamente cioè ci viene concessa l’obbligazione ad un prezzo inferiore per via del rischio che ci assumiamo in quanto acquirenti.
Azioni e obbligazioni differiscono fortemente tra di loro; le obbligazioni, infatti, beneficiano di maggiore stabilità nel tempo grazie ai criteri universali esistenti utili a calcolarne il valore, mentre le azioni sono soggette a maggiore instabilità e imprevedibilità.
Se i titoli d’obbligazione sono in valuta estera, chi investe si accollerà un rischio sia valutario che temporale (questo in ogni caso) in quanto ogni tentativo di previsione che vada oltre i 5 anni è da ritenersi davvero poco affidabile (è noto, infatti, che proprio per questo motivo i titoli di stato sono scelti da più investitori in un orizzonte superiore ai 10 anni).
Molto di frequente azioni e obbligazioni presentano andamenti opposti, in quanto nel momento in cui gli investimenti a breve termine rappresentati dalle azioni sono più rischiosi perché in calo, le obbligazioni si presentano come un investimento più sicuro e forse anche più redditizio.
Molti acquirenti di azioni aspettano anche decenni solo per essere rifusi delle spese d’acquisto grazie agli utili che l’azione ha reso negli anni; altri, invece, provvedono a rivendere l’azione a prezzo maggiorato poco dopo averla acquistata, mantenendo come investimenti più saldi titoli d’obbligazione che possano fruttare a lungo termine.
Qualità dell’emittente
Questa caratteristica (detta anche solvibilità) si esprime attraverso l’universalmente riconosciuto rating, che classifica secondo determinati criteri (solidità finanziaria, potenzialità…) le qualità di coloro che emettono titoli obbligazionari; tra le più famose aziende di rating troviamo ad esempio Standard & Poor’s e Moody’s e Fitch, le quali monitorano in continuazione gli emittenti e assegnano loro una specie di “voto” ponderato (il rating, appunto), il cui livello massimo raggiungibile è il rating AAA, al di sotto del quale ci sono, a scalare, tutti i bond con rating inferiori, i quali inevitabilmente subiranno riduzioni di corso. Più alto è il rischio derivante dalle obbligazioni, minore sarà il rating dell’azienda che intende emetterle e più alto il ricavo dell’investitore. Alcune di queste società sono classificate come “unrated” in quanto non classificate dagli istituti di rating, ma ciò non implica che siano meno.
Duration
Il suo valore è espresso in anni e indica la durata finanziaria del titolo, cioè la sua vita residua, pensata in base alle cedole che saranno pagate in futuro dal titolo stesso; è influenzato da tre variabili, ovvero vita residua, tassi di mercato e valore, appunto, delle cedole. Il valore della duration si abbassa nel caso di titoli con refixing a breve, come ad esempio le obbligazioni con tasso variabile che devono necessariamente adeguare di volta in volta il valore della cedola, al variare dei parametri).
Quando la duration aumenta, aumenta anche la sensibilità riguardo al prezzo del titolo, mentre quando la prima diminuisce, si riduce anche la seconda. I generi più comuni di duration, tra i molti tipi esistenti, sono la Macaulay e la Modified.
Cartolarizzazione
Avviene quando una società (detta “originator”) colloca tutti i suoi titoli d’obbligazione e chiude la propria attività cedendo il credito a terzi, il cui rimborso dovrebbe assicurare la restituzione di capitale ed interessi obbligazionari; nel caso il credito non fosse più esigibile, l’acquirente di questo tipo di titoli perderebbe entrambi (capitale e cedole). Solitamente questi beni ceduti consistono in crediti, ma nulla vieta che possa trattarsi anche di contratti, immobili o altro. Chi acquista i titoli cartolarizzati sono società-veicolo che in cambio forniscono a chi cede il corrispettivo in denaro, ottenuto con la collocazione delle obbligazioni appunto, le quali sono distinguibili in base al rating e per cui diminuisce il merito creditizio quanto più cresce la dipendenza o subordinazione nella rifusione dei debiti legati all’obbligazione.